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Armi e simulacri.

 

Sin dagli albori delle arti marziali l'uomo ha sentito il bisogno di addestrarsi con oggetti dotati di un potenziale offensivo minore di quello delle armi vere e proprie, in modo da non rischiare eccessivamente durante la fase di apprendimento/mantenimento delle abilità tecniche correlate. Dall'antico Egitto al Giappone feudale, dall'antica Roma alle sale dei maestri rinascimentali numerosi e diversi sono stati gli strumenti adottati: simulacri fatti con canne, legno, ferro spuntato e flessibile. Diverse erano le preferenze come diversi sono i vantaggi e gli svantaggi nell'adottare l'uno o l'altro simulacro. Noi crediamo semplicemente che date determinate condizioni di partenza, per ogni scopo esista uno strumento che meglio risponde alle esigenze didattiche. Per questo motivo riteniamo opportuno adottare tutti i simulacri potenzialmente validi a sviluppare un aspetto (o più di uno) dell'Arte. Come è vero che una spada con i bordi smussati si comporta più realisticamente in un legamento rispetto ad un bastone, così è vero che un simulacro in legno educa l'allievo senza comportare lesioni pericolose o costi molto elevati per l'equipaggiamento difensivo. Già nei secoli passati una spada affilata poteva essere uno strumento ideale per effettuare delle prove di taglio, ma di certo non ci si poteva fare un assalto libero. E via dicendo. Subordiniamo tra l'altro l'uso di determinati oggetti anche al livello di istruzione degli allievi, in quanto è evidente che all'aumentare del rischio deve necessariamente corrispondere un'adeguata formazione marziale, in particolare per quanto riguarda la consapevolezza e il controllo di quello che si sta facendo. Riteniamo che una comprensione adeguata dell'antica arte marziale europea passi necessariamente per l'uso combinato di metodi e strumenti di allenamento diversi.

 

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Spada

Arma cavalleresca per eccellenza, la spada con elsa a croce subisce diverse trasformazioni nel corso del medioevo, sia in base ad una diversificazione funzionale legata al tipo di utilizzo (a cavallo, a piedi ecc.), che per la dialettica tra difesa e offesa. Fino allo sviluppo delle prime pezze di armatura in piastra metallica la spada ha tendenzialmente una lama larga, non particolarmente acuminata e un centro di bilanciamento avanzato. Quest'ultima caratteristica era legata all'uso che se ne faceva da cavallo, ottenendo colpi discendenti particolarmente potenti, e alla combinazione con lo scudo. Con il diffondersi delle armature a piastre si preferì sempre di più avere lame con forme rastremate e appuntite, in modo da infilarsi al meglio nei punti scoperti.

Spada a due mani

Verso la fine del XIII secolo i cavalieri erano ormai integralmente protetti dall'usbergo e da elmi pentolari. Comparivano però anche le prime placche metalliche o in cuoio bollito, aggiunte nei punti più sensibili. Gradualmente, nel corso del secolo successivo, le piastre sostituirono la maglia metallica, generando lo sviluppo di nuove e più temibili armi. Le spade non rimasero estranee a questa evoluzione: lama più lunga e manico capace di ospitare anche la seconda mano. Tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo le dimensioni di manico e lama aumentarono, con diverse varianti per quanto riguarda la sezione di quest'ultima, legata al tipo di combattimento cui era destinata l'arma. Lame più sottili, a sezione romboidale e particolarmente appuntite furono infatti preferite per il combattimento in arme e per la presa a "mezza spada", cioè con la mano secondaria sulla lama.

Daga

Compagna fidata di ogni combattente, ultima risorsa insieme alla lotta quando non si aveva più la possibilità di usare armi di media o lunga portata (spade, lance, azze, ecc.). La daga rivestì un ruolo di grande rilievo anche per la sua capacità di penetrazione nelle armature di maglia e tra le piastre degli arnesi tardomedievali. Date le sue dimensioni ridotte e il costo relativamente basso, era molto diffusa sia tra le fanterie che nella vita civile. Non è un caso quindi se ampio spazio viene dedicato all'uso di quest'arma nei trattati di XIV-XV secolo. 

Lancia

Veloce e insidiosa, la lancia è un'arma estremamente semplice da un punto di vista costruttivo e relativamente economica. Non a caso è uno degli strumenti più antichi dell'uomo, per la caccia e per la guerra. Nel medioevo assurge ad arma simbolo della cavalleria, insieme alla spada. Nel corso dei secoli si svilupparono numerosissime varianti e tipologie, il cui uso fu codificato poi in diversi trattati medievali e rinascimentali.

Spada da lato

Per "spada da lato" si intende la spada in uso nell'ambito civile dal tardo XV secolo fino alla fine del XVI. Compaiono i primi fornimenti a protezione della mano, non più coperta dagli armamenti difensivi propri del campo di battaglia. Anelli per la difesa dell'indice, posizionato sopra il braccio di guardia, ponticelli a difesa del dorso e archetti per proteggere le altre dita. La nostra Penisola fu all'avanguardia nello sviluppo del gioco schermistico con questo tipo di armi, anche perché centro irradiatore della cultura del duello d'onore.

Azza

Lunga in genere tra i 150 e i 180 cm, l'azza è un'arma da guerra ideata appositamente per offendere avversari in arnese completo. La forza di penetrazione del suo becco o delle sue punte, unita alla capacità di percussione del martello la resero così efficace da trovare ampio posto nella trattazione dei maestri di XIV e XV secolo. Spesso usata anche in duelli in campo chiuso, ebbe numerosissime varianti.

Brocchieri

Arma difensiva di origini molto antiche, il brocchiere è in sostanza un piccolo scudo rotondo, eventualmente convesso, in genere dotato di umbone e alloggiamento per la mano. Ne esistono di diversa grandezza, più o meno elaborati (ad esempio dotati di punta) e costruiti con materiali come ferro, legno e cuoio (o combinazioni di questi). Il suo utilizzo si protrae fino al XVII secolo, rendendolo uno degli oggetti più longevi in campo duellistico (ma sussistono diverse testimonianze iconografiche di un suo uso anche in ambito guerresco). Il primo trattato a noi pervenuto, il RA I.33, si occupa proprio di spada e brocchiero ed è molto probabile che costituisse una sorta di "arma scuola" tra tardo medioevo e rinascimento. Oltre ad essere presente in quasi tutti i trattati di tale periodo, infatti, ed oltre a costituire probabilmente una delle armi formative per Marozzo, altri indizi ci lasciano pensare che l'uomo d'arme cominciasse l'addestramento proprio (ma non esclusivamente) con spada e brocchiere. Ad esempio il duca di Calabria, nel 1455, a sette anni, già si esercitava nella scherma di spada e brocchiere.

Simulacri gare

Nel corso dei secoli il problema delle armi da allenamento è sempre stato presente nella cultura marziale europea (e non solo). Dai gladi in legno dell'antica Roma ai fioretti da sala dell'era moderna, nel corso del tempo i marzialisti hanno cercato di ideare simulacri adatti all'allenamento e alla preparazione del combattente, garantendo tuttavia una relativa sicurezza per quest'ultimo in tale fase dell'apprendimento/addestramento. Celebri, ad esempio, le federschwert di area tedesca, con filo doppio ma larghezza della lama ridotta, onde mantenere peso e bilanciamento simili a quelli delle corrispondenti spade lunghe affilate.

Rotella (scudo circolare)

Scudo circolare da imbracciare, ossia da legare al braccio. In genere, ulteriore manovrabilità era garantita da un manico rigido. Nel secolo XV è prevalentemente in legno e cuoio, mentre in quello successivo sarà spesso in metallo. Presente su tutti i campi di battaglia, era particolarmente utilizzata dalle fanterie nel Mezzogiorno per l'influsso delle culture Aragonese-Castigliana e Ottomana. Fu anche arma da duello e sono giunte fino a noi tecniche di diversi autori, come Marozzo, Manciolino, Di Grassi ecc. Le dimensioni della rotella sono chiaramente relative all'uomo che la deve imbracciare, ma orientativamente aveva un diametro tra i 55 e i 60 cm. Molte altre note costruttive e curiosità sul suo utilizzo sono riscontrabili nei diversi autori. 

Altri simulacri
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